Il Superbonus annunciato nel Decreto Rilancio fa gola a molti, ed a ragione: promette la detrazione del 110% delle spese affrontate per interventi di ristrutturazione edilizia. Tali interventi devono essere legati ad uno dei tre seguenti ambiti:
- efficientamento energetico (Ecobonus);
- riduzione del rischio sismico (Sisma Bonus);
- installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica (Bonus Fotovoltaico).
Già a partire dal 1° luglio, per gli interventi considerati nel decreto è prevista la detrazione fiscale al 110%, da dividere in 5 quote annuali di pari importo. Per molti clienti finali, però, è particolarmente attrattiva soprattutto la possibilità di optare per lo sconto direttamente in fattura. Ad essere interessati a questa opzione sono soprattutto coloro che hanno poca capienza fiscale oppure non vogliono aspettare anni per ottenere il vantaggio economico.
Sembra tutto perfetto: basta avviare i lavori e poi cedere il proprio credito d’imposta (direttamente o attraverso l’impresa di ristrutturazione) ad un istituto di credito o a una grande impresa che ha abbastanza capienza fiscale per utilizzarlo. L’azienda che si occupa della ristrutturazione a sua volta garantirà al cliente, in cambio, un grande sconto. Ma attenzione, i venditori di fumo sono dietro l’angolo!
Per prima cosa, si dovrà comunque spendere denaro, perché per avviare un cantiere è necessario prima avere un progetto, il quale ha un costo, e inoltre quasi sempre le imprese incaricate richiedono degli acconti.
Un’altra incognita riguarda le modalità con le quali è possibile cedere il credito o ottenere lo sconto in fattura: i provvedimenti attuativi necessari infatti non sono ancora usciti. Già si vedono ovunque pubblicità che magnificano proposte di sconti meravigliosi, di cui approfittare immediatamente. Si tratta, purtroppo, di comunicazioni truffaldine perché nessuno, alla data odierna, conosce ancora i dettagli per avvalersi di queste opportunità.
Ad oggi, quindi, mancano le linee guida: le banche e le grandi aziende, che hanno abbastanza capienza fiscale per acquistare il credito d’imposta dalle aziende di edilizia o del settore fotovoltaico, non sanno come farlo. Chi ci assicura che alla fine tutta l’operazione andrà in porto senza intoppi? In caso di problemi, il cliente finale avrà ormai sottoscritto un contratto e sarà obbligato a pagare fino all’ultimo centesimo.
Inoltre, voci di corridoio dicono che alcuni potenziali acquirenti di credito d’imposta vogliano approfittarsi dei consumatori (i quali dovrebbero essere i principali beneficiari del provvedimento) trattenendo una fetta molto grande della detrazione: anche il 20% o il 30%. Un comportamento decisamente poco etico, che punta ad avvantaggiarsi della scarsa competenza che ha il consumatore medio sull’argomento.
Insomma, ben venga il Superbonus 110%, ma meglio aspettare che i provvedimenti ne chiariscano bene ogni aspetto!
Nel frattempo, se ti interessa approfondire il tema dell’efficientamento energetico intelligente e vuoi capire con noi come approfittare degli incentivi, scrivici su info@v3elettroimpianti.it!